Fame emotiva: cos’è e come gestirla con l’alimentazione
- dottchiaraboscaro

- 13 nov
- Tempo di lettura: 3 min
Di Dott.ssa Chiara Boscaro
La fame emotiva è un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società, caratterizzata da ritmi frenetici, stress e continue sollecitazioni emotive. Si tratta di quel tipo di fame che non nasce dallo stomaco, ma dalla mente: un desiderio improvviso di mangiare per colmare un vuoto interiore, per consolarsi o distrarsi da emozioni difficili da gestire.
A differenza della fame fisiologica, che risponde a un reale bisogno energetico dell’organismo e si manifesta gradualmente, la fame emotiva:
compare all’improvviso;
spinge verso cibi specifici (spesso dolci, snack salati o comfort food);
non si placa con la sazietà;
lascia un senso di colpa o insoddisfazione dopo aver mangiato.
In pratica, il cibo viene utilizzato come “anestetico” per evitare di sentire emozioni come ansia, tristezza, noia, rabbia o solitudine.
Le cause della fame emotiva sono molteplici e spesso intrecciate:
Stress cronico
Educazione alimentare
Mancanza di consapevolezza emotiva
Privazione del sonno o di nutrienti

Come gestirla attraverso l’alimentazione consapevole
1. Ritrovare la connessione con il corpo
Mangiare lentamente, seduti, senza distrazioni (niente TV o smartphone), assaporando ogni boccone. La mindful eating aiuta a percepire meglio i segnali di fame e sazietà.
2. Non demonizzare i cibi “comfort”
Proibire completamente certi alimenti può aumentare il desiderio e favorire le abbuffate. Meglio concederseli ogni tanto, in modo equilibrato e senza sensi di colpa.
3. Equilibrare i pasti
Un’alimentazione regolare e bilanciata, ricca di fibre, proteine e grassi buoni, stabilizza i livelli di zucchero nel sangue e riduce i picchi di fame improvvisa.
4. Gestire lo stress con alternative sane
Attività fisica, meditazione, respirazione consapevole o semplicemente una passeggiata possono aiutare a scaricare la tensione senza ricorrere al cibo.
Scegliere spuntini adatti per i momenti di fame emotiva può davvero fare la differenza!L’obiettivo non è “togliere” il cibo, ma soddisfare il bisogno di conforto in modo più equilibrato e consapevole.
Ecco una lista di consigli pratici, divisi per tipo di esigenza
Prima di scegliere cosa mangiare, chiediti:
Ho fame fisica o emotiva?
Di cosa ho bisogno davvero? (energia, coccole, relax, distrazione)
Se ti accorgi che è fame emotiva, va bene concederti qualcosa, ma con intenzione e consapevolezza, non come reazione automatica.

Spuntini dolci equilibrati
Ideali se senti il bisogno di conforto o dolcezza, ma senza eccessi di zucchero:
Yogurt greco con miele e frutti rossi
Mela o pera a fette con burro di arachidi 100% naturale
Cioccolato fondente (20–30 g, almeno 70%) con una manciata di noci
Porridge d’avena con latte vegetale e cannella
Banana schiacciata con cacao amaro e qualche scaglia di cocco
Consiglio: abbina sempre carboidrati + proteine o grassi buoni → mantiene stabile la glicemia e riduce il rischio di “abbuffate”.
Spuntini salati sazianti
Perfetti se senti la voglia di “sgranocchiare” o gestire la tensione:
Hummus con bastoncini di verdure (carote, sedano, cetrioli)
Cracker integrali con avocado o crema di ricotta
Una manciata di frutta secca e semi tostati
Popcorn fatti in casa (poco olio e sale)
Edamame o ceci croccanti al forno
Spuntini “calmanti”
A volte la fame emotiva è un segnale di stress o noia più che di fame reale.
Puoi provare alternative che danno conforto sensoriale:
Una tisana calda (camomilla, rooibos, melissa, cannella)
Latte caldo con spezie (golden milk o cacao amaro)
Un quadratino di cioccolato gustato lentamente, respirando
Un bicchiere d’acqua con limone e menta (spesso la sete si confonde con la fame)
Strategie extra per prevenire la fame emotiva
Mangia con regolarità: saltare i pasti aumenta il rischio di cedere agli impulsi.
Tieni a portata spuntini sani, così non sei tentato da snack ultraprocessati.
Prepara una “cassetta di emergenza emotiva” con alternative non alimentari: playlist rilassante, diario, respirazione, passeggiata, contatto con un amico.
Non colpevolizzarti: un piccolo sgarro consapevole è meglio di una rinuncia seguita da un’abbuffata
Se sentissi la necessità di chiedere aiuto , mentre stai seguendo un percorso di alimentazione consapevole, puoi rivolgerti ad una psicoterapeuta specializzata:
Dott.ssa Michela Fanelli https://www.studiopsicologia.eu/





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